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Aiguille de Chambeyron – Via Normale – Valle Maira

Aiguille de Chambeyron - Via Normale - Valle Maira

Aiguille de Chambeyron – Via Normale – Valle Maira

Tempo di lettura: 6 minuti

Partenza: Chiappera – Gr. Ciarviera (1856 m)

Quota massima: Aiguille de Chambeyron (3412 m)

Dislivello: 2090 m circa

Difficoltà: PD+

Lunghezza: 21 km circa

Giro ad anello: si, quasi interamente

Note Tecniche: la via normale per l’Aiguille de Chambeyron si sviluppa principalmente sul versante meridionale. Si tratta di un’ascensione alpinistica, su roccia non sempre molto salda. Infatti, la montagna scarica tantissimo per cui è necessario prestare parecchia attenzione. Si consiglia in ogni caso di indossare sempre il caschetto ed imbrago, di aver con sé tutto l’occorrente per l’arrampicata e munirsi di corda. Il grado massimo di arrampicata è di 3 (III). Si precisa che è possibile scendere dalla vetta anche senza far alcuna calata.

Curiosità: l’Aiguille de Chambeyron appartiene al gruppo delle Alpi Cozie, è situata in territorio francese ed è la più alta montagna a sud del Monviso. L’Aiguille de Chambeyron è costituita da marmo rosa.

 

Partenza alle ore 6,30 da Chiappera in prossimità dalla Gr. Ciarviera. Lo zaino pesa per il materiale che abbiamo deciso di portare, per far in modo di non trovarci impreparati.

Iniziamo la lunga camminata sul sentiero T15 e precisamente il Sentiero Dino Icardi. La salita, nel Vallone dell’Infernetto, si fa sentire, anche perché ci sono diverse rampe e noi stiamo cercando di procedere velocemente. Raggiungiamo il cartello che ci indica che dobbiamo tenere la destra per andare verso il passo delle Terre Nere.

Dopo circa un’ora, verso le 7.30 del mattino inizia ad albeggiare.

Camminando-l-alba

Superiamo alcuni laghetti, appunto i Laghi dell’Infernetto, mentre davanti a noi spunta La Tête de l’Homme.

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La -tête-de- l-Homme-ed-il-Monte-Ciaslaras

Risaliamo il pendio, composto da molti detriti, che ci condurrebbe al Colle Ciaslaras, fino a quando scorgiamo un bivio a circa 2850 m. Da qui, svoltiamo a sinistra e seguiamo il segnavia rosso ed azzurro.

Segnavia-rosso-ed-azzurro

Il sentiero sale molto rapidamente. Effettuiamo tantissimi zig-zag, ma il terreno sottostante (ghia e pietrisco) non ci dà una grossa mano.

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Verso-il-passo-di-Terre-Nere

Non molliamo e con il fiatone, perveniamo alla parte ferrata dell’escursione. Una catena ci viene in aiuto e ci dà più sicurezza nel tratto esposto, tale da permetterci di raggiungere il Passo di Terre Nere o Col de l’Infernet (3035 m).

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Catena-verso-passo-terre-nere

In base alle proprie capacità ed esperienze è bene valutare se indossare l’imbrago ed avere con sè un kit da ferrata o una longe in quanto la cengia è molto esposta.

Raggiunto il passo di Terre Nere, ovviamente magnifica la vista sul Lago dei Novi Colori (lac des Neuf Couleurs) e sul Gruppo dello Chambeyron.

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Lago-dei-Nove-Colori-e-Brec-de-Chambeyron

Scendiamo quindi tra rocce, in direzione del Lago dei Novi Colori sempre seguendo i segnavia rossi ed azzurri. Giunti in basso, svoltiamo verso destra in direzione dell’Aiguille de Chambeyron.

Iniziamo pertanto la lunga salita nel canalone dello Chambeyron. Al primo tentativo sbagliamo canale, poi capiamo che dobbiamo prender quello centrale, il Couloir Gastaldi, un evidente canalone che scende dall’intaglio tra le due cime dell’Aiguille de Chambeyron. Così facendo ad un tratto notiamo un segno, nello specifico, una freccia bianca, che ci indica la via.

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freccia-bianca

Siamo contenti perché abbiamo avuto fortuna nel trovare questa “freccia” e pertanto ci immettiamo nel canale alla nostra destra.

La salita è molto difficile in quanto si fa un passo avanti e due indietro, mentre molti detriti rotolono sotto di noi.

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Salita-difficoltosa-Auguille-de-Chambeyron

Superiamo una stretta ed esposta cengia, fino a quando arriviamo alla forcella Nérot-Vernet. Ora percorriamo una prima parte verso il lago dei Nove Colori e poi un tratto dietro, a nord, dove infatti scopriamo esserci un po’ di neve.

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Neve-sul-versante-nord-aiguille-de-chambeyron

La via è molto difficile da identificare perché i pochi ometti che ci sono, sono poco individuabili, così come i “pallini bianchi” che sono presenti solo ogni tanto. Inoltre, gli ometti portano in diversi punti della montagna, alcuni dei quali non sono percorribili, causa scariche continue di detriti.

Anche quì, come sempre, un po’ di fortuna può essere d’aiuto.

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Torrioni-Aiguille-de-Chambeyron

Sono presenti, inoltre, alcuni passaggi di secondo e terzo grado che rendono più complessa la gita. Saliamo, scendiamo, attraversiamo canali e cenge fino a trovarci nuovamente in prossimità del Couloir Gastaldi. Superiamo il canalone e seguendo sempre ometti e tacche, ed usando anche un po’ di intuito ci ritroviamo finalmente dopo circa due ore e mezza nella via proveniente dallo Chauvet, che avevo percorso alcuni anni fa. Molto interessante e bella anche quell’escursione alpinistica per raggiungere la vetta.

Uno-sguardo-verso-l’-alto

Ora intravedo anche la croce di vetta e sono emozionata come la prima volta.

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Verso-la-vetta-dell’-Aiguille-de-Chambeyron

Saliamo sopra un torrione superando grossi massi ed eccoci ai grandi blocchi di marmo rosa. Superiamo un breve camino e finalmente sulla nostra destra la croce di vetta. Siamo in cima, non ci posso credere. Oggi per me è un giorno particolare, triste e felice nello stesso momento. Mi sono impegnata molto in questa ascesa, cercando di non farmi prender dallo sconforto, ma avevo una spinta particolare, perché io questa vetta la volevo raggiungere proprio oggi, per dedicarla ad una persona a me cara.

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Croce-di-vetta-Aiguille-de-Chambeyron

Facciamo una breve pausa pranzo, perché il cielo da azzurro è diventato grigio e minaccia pioggia e temporali.

Molto in fretta indossiamo l’imbrago perché siamo ancor incerti se rifare il percorso precedente oppure calarsi. Con molta difficoltà ripercorriamo i tratti precedenti, seguendo anche qui, intuito, ometti e pallini bianchi. Il più delle volte gli ometti ci hanno confuso e portato in luoghi dove erano presenti delle fettucce. Più volte non capivamo la direzione da prendere, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Il tempo di giungere al Lago dei Nove Colori ed inizia a piovere.

Aiguille de Chambeyron - Via Normale - Valle Maira

Aiguille-de-Chambeyron

Il peggio però è passato ed ormai per noi può anche piovere fino all’auto. Saliamo al colle del Marinet (2785 m) e scendiamo al bivacco Barenghi (2822), dove si trova anche il lago del Vallonasso di Stroppia.

Bivacco-Barenghi

Dal Bivacco, per non perdere quota, visto il brutto tempo, teniamo un sentiero in alto verso sinistra. Costeggiamo due laghetti e poi il lago della Finestra (2794 m). In sostanza stiamo percorrendo sempre il Sentiero Dino Icardi. Continuiamo l’escursione che in alcuni punti torna a salire e perveniamo al Colle dell’Infernetto (2783 m). Il terreno sottostante è molto scivoloso visto la leggera pioggia che c’è stata in precedenza e la discesa è ripida. Per fortuna alcuni tratti sono attrezzati con catene.

Superato questa parte più difficoltosa, in breve ci troviamo nuovamente nel vallone dell’Infernetto dove chiudiamo il nostro giro ad anello.

Affrontiamo così nuovamente la lunga discesa, fino a quando finalmente perveniamo all’auto.

Siamo stanchi ma soddisfatti della nostra piccola impresa!

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