
Monterosso Grana (815 m.s.l.m.) è un Comune della Valle Grana e si trova in Provincia di Cuneo. In particolare, a San Pietro di Monterosso Grana, mi sono recata qualche giorno fa per conoscere i “Babaciu“.
Scoperta sul web la presenza di cave d’ardesia, decido di recarmi sul posto per vederle dal vivo.
Dalla chiesa di San Pietro di Monterosso Grana, che si trova qui, svolto subito a destra in direzione di Frise o Frize.

E’ importante sapere che le cave d’ardesia o lauoziere sono ferme dal 1983. Le cave di Frise, tra il XVII e XX secolo, rappresentarono il nucleo fondamentale nella vita lavorativa e sociale della Valle Grana. Infatti, anche uno dei babaciu raffigura un uomo del tempo, proprio nelle cave d’ardesia!
Lungo il sentiero, sono tante le primule fiorite che si possono ammirare.

Il sentiero sale molto rapidamente, ma mi permette di raggiungere una bellissima borgata, esposta al sole, “la Combetta”. Tempo fa doveva essere abitata da diverse persone visto il numero di abitazioni. I cavatori erano gli abitanti di Coumbeto (1025 mt).

Procedo poco oltre ed arrivo al Pilone della Combetta dal quale si può contemplare la Valle Grana.

Torno alla Combetta, attraverso la borgata e procedo avanti fino a pervenire alla borgata Fougirous. Anch’essa era abitata da famiglie dei Laouzatie, i cavatori che lavoravano nelle cave d’ardesia.

Percorrendo il sentiero, ecco che ad un tratto vedo in lontananza una montagna con una spaccatura.
Devono essere per forza qui.
La stradina scende un po’ e proprio come speravo le cave d’ardesia di Frize sono davanti a me.

Questo è il primo ingresso alle cave che si può ammirare: la Barma Soutano con la Laouziero de Canoun e Jan d’Courdeto.
Più sopra un’altra serie di cave: de Rouèro Nadin d’Tcìo e Nardèt, d’Courdèto e d’i Grant, de Met e Giusep e de Felix.

Da notare la presenza di rotaie dentro e fuori le cave e di carrelli che permettevano di spostare i blocchi di ardesia e poi di trasferirli, mediante la teleferica, a valle. I suoi resti sono ancor visibili.


L’ardesia di Frise era tradizionalmente utilizzata per la copertura dei tetti ma anche come pietra di rivestimento delle pareti.