Ponte Tibetano e Ferrata del Bunker- Claviere -Valle Susa
Partenza: Claviere (TO)
Dislivello: 160 m compreso avvicinamento, ponte tibetano e ferrata
Difficoltà: AD
Lunghezza compresa avvicinamento: 4,5 km circa totali
Note Tecniche: il ponte tibetano “Sergio Bompard” deve essere eseguito con l’utilizzo di apposita attrezzatura quale imbrago, casco, longes e dissipatore. Lo stesso vale per la via ferrata. Si consiglia di portare con sé una torcia per il bunker.
Se il materiale è di proprietà dell’utente viene controllato dalle Guide Alpine, mentre in caso contrario viene fornito dal personale del ponte (costo ponte + attrezzatura pari a € 15).
Il Ponte è aperto sia agli adulti che ai bambini (altezza minima 1.20cm, età minima 6 anni) e ai ragazzi minorenni sotto sorveglianza e controllo di un maggiorenne.
Curiosità: il Ponte Tibetano di Cesana Claviere è il ponte sospeso più lungo del mondo, 544 metri ad un’altezza di 30 metri.
Le Gole di San Gervasio, dove si trova il ponte tibetano, rientrano nei “Monti nati dal mare”, un progetto di tutela e valorizzazione della zona dell’Alta Valle Susa, comprensiva del Massiccio dello Chanaillet, dei Monti della Luna e del Monte Chaberton.
Dove si trova il ponte tibetano: cliccare qui.
Oggi, altra esperienza nella provincia di Torino.
Giunti a Claviere, già muniti della giusta attrezzatura, pagato il biglietto (€ 10/cd) per l’accesso al ponte tibetano, ci incamminiamo verso la cappella di San Gervasio e scendiamo poi, lungo il sentiero. Poco dopo siamo finalmente alla partenza del Ponte Tibetano, lungo appunto 544 metri.
Di Ponti Tibetani ne ho già affrontati proprio quando sono stata in Nepal, ma questo ha una struttura diversa. È costituito da funi metalliche e gradini per il camminamento, in metallo grigliato.
Il percorso inizia con un primo ponte, lungo una settantina di metri, che attraversa la gola di San Gervasio in perpendicolare.
Le Gole di San Gervasio si trovano infatti al confine tra Cesane e Claviere. Sono la testimonianza di un ambiente un tempo marino, caratterizzato da rocce calcareo-dolomitiche. In particolare si trovano nel punto in cui il vallone del Piccolo Dora si restringe tra i versanti di Sagnalonga e dello Chaberton sino a formare un’incisione profonda, che in alcuni tratti raggiunge i 100 metri.
Superato il primo ponte, ci troviamo sul ponte principale che segue in senso longitudinale le Gorge. È talmente lungo che si mimetizza con la roccia della montagna!
Sicuramente è un’emozione unica essere qui e vedere la montagna da una prospettiva diversa dal solito. In più si ha la sensazione di camminare nel vuoto, ovvio che non si deve soffrire di vertigini!
Procediamo avanti pian pianino e avvertiamo le oscillazioni del ponte. Più persone ci sono e più oscilla.
La traversata sulla Gola di San Gervasio è davvero suggestiva!
Giunti alla fine del ponte principale ci sono due possibilità: la prima è seguire un sentiero e raggiungere il terzo ed ultimo ponte tibetano e la seconda è quella di percorre la ferrata del Bunker e poi il terzo ponte del bunker.
Ovviamente scelgo questa seconda opzione, ovvero la via ferrata del Bunker.
Che emozione trovarsi su delle staffe a metri e metri di altezza dal fiume Piccolo Dora. Un bel traverso tanto per non farsi mancare nulla!
Si prosegue su un breve tratto di sentiero e poi si aggira la parete di roccia sempre tramite staffe ed il solito cavo in acciaio. Subito dopo ci attende una salita verticale ed esposta ma non difficile.
Percorriamo altre due salite simili alla precedente.
Dopo averle superate, giungiamo ad una rampa inclinata munita di staffe, che ci permette di affrontare una salita piuttosto verticale. Trattasi di una vecchia scala militare.
Una piccola cengia ed eccoci nei pressi del bunker. Rammento che è necessario avere con sé una torcia. Si tratta del centro 24, opera tipo 200, in caverna parzialmente distrutta a cui sono state rimosse le corazzature delle postazioni d’arma, appunto, per poi inserirla nel percorso della ferrata. Il centro 24 faceva parte dello sbarramento di Claviere, che venne costituito tra l’ultimo decennio del XIX e gli anni Trenta del ‘900 a valle del comune di Claviere per bloccare il passaggio lungo la SS. 24 del Monginevro, nel caso fosse avvenuta un’invasione francese.
Al termine del bunker in breve, per mezzo di un sentiero segnato, si perviene al terzo ponte tibetano che ci permette di tornare al punto di partenza.
Per maggiori informazioni sul Ponte Tibetano di Claviere si rimanda al sito ufficiale.