Punta Marguareis con canale dei Genovesi e Punta Emma – Valle Pesio
Data: 12/06/2021
Partenza: Chiusa di Pesio – Pian delle Gorre (1020 m)
Quota massima: Punta Marguareis (2651 m)
Dislivello complessivo: 2000 m circa
Lunghezza: 22 km circa
Difficoltà: PD
Giro ad anello: si tranne gli ultimi chilometri
Curiosità: la Punta Marguareis è la cima più importante delle Alpi Liguri e viene considerata la “Regina delle Dolomiti della Valle Pesio”. E’ collocata sul confine tra la Valle Pesio, Tanaro e Roya.
Accesso: dirigersi verso Chiusa di Pesio e percorrendo la SP42 arrivare presso la Certosa di Pesio. Proseguire oltre e raggiungere dapprima Villaggio Ardua di Chiusa di Pesio e poi il Piano delle Gorre.
Descrizione:
Viste le temperature ormai alte e la scarsità della neve, oggi non possiamo più praticare lo scialpinismo, per cui decidiamo di dedicarci all’escursionismo.
Partiamo da Pian delle Gorre, superiamo il Rifugio Pian delle Gorre (1032 m) e proseguiamo ognuno con il proprio passo fino a pervenire nei pressi della Cascata del Saut.
Continuiamo il cammino salendo a sinistra e guadagnando quota piuttosto rapidamente per poi pervenire al Rifugio di Sestrera Sottano, presso il Gias Sottano di Sestrera (1331 m).
Nei pressi della fontana, svoltiamo a sinistra seguendo il sentiero H1.
Lungo la via, i colori della natura sono stupendi: spicca il verde ed il bianco-azzurro dell’acqua! Immersi nel Parco del Marguareis, respiriamo l’aria ancor fresca.
Al Gias Soprano del Marguareis, il sole inizia a farsi sentire. Camminando ad un tratto abbandoniamo il sentiero, e per rendere più entusiasmante l’escursione ci innalziamo sulla destra, sempre con l’intento di arrivare al canalone dei genovesi.
La prima parte, è priva di neve e pertanto facciamo un passo avanti e due indietro, perchè i massi sono piccoli e si scivola. Più avanti invece, indossiamo i ramponi e procediamo, immettendoci nel largo conoide del canalone. Quest’ultimo, lungo circa 600 metri, con un dislivello di 450 metri, ha pendenze che vanno dai 40° ai 45°.
Dopo il curvone la pendenza, rispetto al primo tratto più ampio, aumenta ed il canale si restringe.
A sinistra abbiamo la parete del Marguareis ed a destra quella della Punta Tino Prato. L’ambiente è spettacolare, ma è necessario mantenere alta la concentrazione per evitare di scivolare giù. Sudati ed affaticati per l’alta temperatura anche nel canale, raggiungiamo il salto di roccia, dove è presente la corda fissa.
Superato questo passaggio, ancora pochi metri di canale ripido, su neve, ed usciamo al Colle dei Genovesi (2580 m).
A questo punto tenendoci sulla sinistra in una decina di minuti raggiungiamo la grande croce della Punta Marguareis (2651 m)
Da quassù c’è una vista spettacolare sulla Valle Pesio, Roya e Tanaro.
Dopo una breve pausa pranzo, ripartiamo, un po’ indecisi sul percorso: scendiamo dal Canale dei Torinesi o facciamo un giro ad anello? Optiamo per quest’ultima soluzione e pertanto, dalla cima iniziamo la discesa che ci conduce al Colle dei Torinesi (2450 m).
Percorrendo una via molto ben segnalata, perveniamo poi al Colle Palù (2520 m).
Scesi dall’altro lato, decidiamo di conquistare una vetta poco distante, Punta Emma (2529 m). Arrivare in cima non è difficile ma bisogna far attenzione unicamente ad un passaggio delicato nella parte finale.
Nel frattempo la nebbia inizia a salire, ma per fortuna dura pochissimo e noi proseguiamo la nostra camminata sul sentiero che scendendo da Punta Emma ci permette di toccare il Colle del Pas (2340 m).
Circondati da così tanta bellezza, ma ormai anche stanchi continuiamo la nostra gita lungo il percorso G5. Superiamo il lago Ratavuloira (2204 m circa), lago la cui denominazione deriva dal termine dialettale e che significa “pippistrello” e Porta Sestrera (2225 m). Qui ci eravamo stati a gennaio per una gita di scialpinismo ed in particolar modo per toccare la vetta di “Cima Serpentera Sud“.
Proseguendo l’escursione, voltandoci a sinistra, vediamo il Canale dei Genovesi affrontato prima e poco più avanti il Rifugio Mondovì.
Dal rifugio, oltrepassiamo il Gias Soprano di Sestrera (1842 m) ed oltre lo stesso ci ricongiungiamo al tratto iniziale del nostro viaggio, così mi piace chiamarlo, considerato che ci ha impegnato per buona parte della giornata.
Giunti all’auto, non vediamo l’ora di toglierci gli scarponi, perchè i piedi sono “cotti”, ma siamo tutti entustiasti del giro fatto.