Rocca Croce Provenzale – Via Normale – Valle Maira
Data: 18/07/21
Partenza: Chiappera (1660 m), Acceglio (CN)
Quota massima: Rocca Croce Provenzale (2402 m)
Dislivello: 720 m circa
Difficoltà: PD
Lunghezza: 6 km circa
Giro ad anello: no
Note Tecniche: la via normale è attrezzata con spit. Si raccomanda concentrazione e prudenza.
Curiosità: la Rocca Provenzale fa parte del Massiccio Provenzale/Castello costituito da altre tre vette, quali Punta Figari (2345 m), Torre Castello (2448 m) e Rocca Castello (2452 m).
Oggi, considerato che non abbiamo programmato nulla di preciso, optiamo per un’escursione che non ho mai affrontato prima, ovvero la “via normale” di Rocca Croce Provenzale, che da sempre sento chiamare come “La Provenzale”.
Da Cuneo, in direzione Dronero, imbocchiamo la Valle Maira. Percorriamo la lunga strada sino a Chiappera e proseguiamo oltre. Non svoltiamo verso il Campeggio “Campo Base” ma, al bivio, manteniamo la destra, verso il Vallone del Màurin. Superate due curve parcheggiamo nei pressi di un cartello che ci indica ” T 17 Colle del Rui – T 12 Colle Greguri”.
Il primo tratto di sentiero si fa subito sentire, in quanto presenta notevoli pendenze. Percorriamo circa 180 m di dislivello, in una via poco evidente a causa dell’erba alta, e così facendo ci troviamo presso la prima parete della Rocca Croce Provenzale.
Non ci sono segni di dove sia l’attacco della via normale vera e propria, pertanto iniziamo a prendere confidenza con la roccia ed affrontiamo i primi passi di II°. Non ci sono moltissimi appigli, ma con un po’ di concentrazione, riusciamo a procedere.
Si consiglia imbrago, corda e rinvii, in quanto tutta la via, scopriamo poi essere attrezzata.
Superata questa parete perveniamo presso un ripiano, in cui è presente un rudere. Siamo al Prato Stella.
Da qui è ben visibile l’abitato di Chiappera, il Lago di Saretto, il Monte Freid, l’Auto Vallonasso, l’Oronaye e Punta Le Teste.
Alcuni bolli rossi, un po’ sbiaditi, ci indicano il percorso. Superiamo alcune cenge e placche. Il cielo sopra di noi è di un azzurro intenso.
L’importante è evitare di intraprendere questa escursione, in caso di pioggia e nebbia. Il tracciato non è infatti così evidente e rocce bagnate, favorirebbero scivolamenti.
Alcuni tratti sono più facili da superare, altri più esposti richiedono particolare attenzione.
Pensavo di essere quasi in cima, invece scopro che la gita non è ancora finita!!
Manca tutta la cresta vera e propria!! Cerchiamo di non perder di vista i bollini rossi anche se non sono facilmente individuabili. Il tratto più impegnativo è un muro con un piccolo tetto (passaggio di II+).
Continuiamo la nostra salita ed arrampicata, mentre ci accompagna il fragore dell’acqua, o meglio delle cascate di Stroppia.
Sono emozionata, e non vedo l’ora di essere sulla vetta. Poi ad un tratto vedo la croce, ci siamo!! Rispetto alle altre croci, questa mi stupisce, in quanto è colma di pietre. Chissà perchè…
Davanti spicca la Torre Castello: è impressionante quella parete verticale. Accanto è presente la Punta Figari. Oltre, sulla mia destra il Monte Eigher , il Monte Albrage e la Costa Fissèla.
Alla mia sinistra, posso scorgere le cascate di Stroppia, il Brec de Chambeyron, l’Aiguille de Chambeyron, la Tête de la Frema e la Tête de l’Homme.
Ci godiamo il panorama ed un leggero vento, mentre sgranocchiamo qualcosa.
Poi, siccome il cielo inizia ad annuvolarsi, capiamo che è giunto il momento di rialzarsi.
Seguiamo il percorso precedentemente fatto e disarrampiancando, scendiamo con estrema cautela dalla Rocca Provenzale. Vogliamo evitare l’ultima parete, e dopo un primo tentativo, troviamo finalmente una cengetta erbosa che ci conduce al sentiero iniziale GTA.